Una raccolta di poesie in versi liberi scritta fra l’Appennino romagnolo d’autunno, l’India e la Thailandia, con il viaggio che diventa pretesto per intrecciare culture, suggestioni e versi, in una foresta abitata da animali e creature “diverse”, dove gli imperfetti sono gli esseri umani. La realtà viene qui proposta in una prospettiva sfalsata: ci si ritrova privi di corpo o capaci di percorrere distanze minime con le zampette di un animale per ritrovare noi stessi, capovolti ma più veri, spinti a riscoprire sensi nascosti e memorie ancestrali. Nella foresta poetica di questa raccolta, tutti gli esseri viventi, reali o immaginari, trovano una lingua feroce e comune: quella del cuore, dell’infinito e della poesia stessa, delle ombre che siamo stati e saremo. Besa editrice, 2020